DISCOGRAFIA
Un progetto al quale hanno partecipato Marco Postacchini al sax tenore e soprano, Simone Maggioal pianoforte, Lorenzo Scipioni al contrabbasso e Michele Sperandio alla batteria. Il disco è una sintesi delle esperienze ed emozioni vissute da Giuseppe Cistola proprio durante la sua permanenza in Argentina: la musica è infatti un ascensore emozionale che restituisce attimi di vita con dieci brani che racchiudono ricordi, sapori, colori e profumi di un paese lontano rievocati con quel pizzico di malinconia generata dalla lontananza. In più, dal momento che il disco racconta la permanenza in Sud America dell’autore, possiamo dire che ogni brano, ogni singola nota rappresenta in pieno uno spaccato di vita.
Si passa, dunque, da atmosfere minimali, dove spicca un innato senso melodico, a ritmi più decisi caratterizzati da groove più intensi che tuttavia non tolgono mai spazio alla melodia. In sintesi un bel mix culturale in cui il modern jazz si sposa con elementi appartenenti alla tradizione.
Tra le composizioni principali di questo lavoro citiamo senza dubbio la title track: questo brano, infatti, è in stretto rapporto con la copertina, fatta su una tela bianca dal pittore argentino Fran Sosa dopo aver ascoltato la musica composta da Giuseppe Cistola. Una composizione che parla di attimi di vita vissuta per le strade di Buenos Aires e che sintetizza appieno l’anima di questo musicista versatile e poliedrico.
Il brano è melodico, ha un sapore malinconico, onirico e rappresenta un richiamo e una dedica ad un paese che nella sua memoria ha lasciato immagini e sensazioni assai nitide. 5-3 è invece un pezzo che descrive l’inizio di un viaggio e che si mette in evidenza come un crescendo di emozioni: la musica è inizialmente minimale e andando avanti diventa sempre più nitida lasciando spazio agli strumenti che di volta in volta esprimono la loro idea mantenendo sempre una particolare attenzione alla melodia.
Escape infine è un pezzo fast in cui una corsa evocativa racconta una città come Buenos Aires, (chiamata non a caso la città della Furia) ben dipinta da un sax che segue un tema ripetitivo per certi versi assimilabile al clacson delle macchine perse nel traffico. In sintesi Por la Calle Argentina è un viaggio interiore e, una volta ascoltato, può essere considerato tale anche per chi non è mai stato in questo paese così ricco di fascino.